La calvizie è un problema sempre più diffuso, sia tra gli uomini che tra le donne, così come in aumento sono cure, rimedi e terapie più disparate, dai risultati non sempre positivi e confermati. Ma dall’Italia arriva finalmente una risposta innovativa e risolutiva, grazie agli studi dei laboratori di Hairclinic.
Un italiano su tre soffre di diradamento e perdita di capelli, o più semplicemente di calvizie, e in tutta Europa si contano circa 30 milioni di persone che sperimentano questo problema. E proprio i nostri connazionali, sulla base di un recente sondaggio condotto su base continentale, si rivelano i più preoccupati dalle ricadute sociali e affettive provocate dalla calvizie.
Italiani preoccupati. Non stupisce, allora, che gli italiani siano anche la popolazione che più di frequente si rivolge a trattamenti specifici per contrastare la calvizie, a cominciare dagli interventi di autotrapianto: quasi il 40 per cento di persone nel nostro Paese, infatti, ha sperimentato almeno una soluzione per vincere il problema della perdita dei capelli, contro una media europea che si ferma sotto al 29 per cento.
Tre limiti dell’autotrapianto. Eppure, negli ultimi anni è risultato sempre più evidente che l’autotrapianto di capelli da solo non è risolutivo, e che anzi presenta almeno tre grandi limiti. Il primo, e maggiore, riguarda la recidività: il trapianto di capelli non basta a risolvere i problemi di calvizie né ad arrestare la caduta, perché non agisce sulle cause ma si limita a coprire le zone nelle quali i capelli sono caduti in maniera più massiccia, esponendo così al rischio di nuove aree diradate sulla testa.
Peggiorare la situazione. Si chiama invece “shock loss” un altro tipo di conseguenza causata dal trapianto di capelli, ovvero il rischio di indebolimento della capigliatura nelle vicinanze dell’area interessata dal trapianto, a causa appunto di un effetto collaterale provocato dallo shock che peggiora la salute dei follicoli malati. Per scongiurare questo problema, poi, si incappa nell’altro limite, più prettamente estetico: ovvero, la presenza di zone “cuscinetto” tra capelli trapiantati e quelli invece originali, che dà origine a un effetto poco gradevole sul fronte della densità della chioma.
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I progressi della scienza. Ecco perché la ricerca scientifica ha continuato a ricercare metodi e cure alternative, che stanno offrendo risultati molto più incoraggianti e, soprattutto, duraturi. È il caso di uno dei sistemi più sponsorizzati negli ultimi tempi, il Protocollo avanzato basato sulla medicina rigenerativa messo a punto dai laboratori scientifici di Hairclinic, centro italiano specializzato nella cura dei capelli.
Le opinioni su Hairclinic. Alla base di questo processo altamente specializzato ci sono lo studio e l’analisi clinica del paziente, che comincia con check up di tipo Genomico e della Membrana Cellulare, finalizzati a ricostruire il quadro della situazione e studiare le migliori soluzioni di contrasto. E basta leggere in Rete le opinioni su Hairclinic per avere conferma del successo di questa terapia, che non si basa sull’utilizzo di fiale anti-caduta né su prodotti medicinali, ma sull’impiego di Unità Rigenerative Cellulari, ovvero le famose cellule staminali, materiale contenuto già all’interno del nostro organismo, che agiscono direttamente sui follicoli attivi e favoriscono la ricrescita dei capelli dove i follicoli stessi non sono morti.
Pollice in alto. In parole povere, il Protocollo Medico bSBS è un sistema autologo, indolore e privo di qualsiasi controindicazione, che consente di contrastare l’evoluzione della calvizie e di rigenerare la chioma in maniera più permanente. In più, il trattamento non è invasivo ed è adatto a qualsiasi età, rivelandosi dunque una strada percorribile anche da chi teme l’intervento chirurgico. Il risultato finale è la rigenerazione biologica delle cellule e dei tessuti presenti sulla testa, che produce in definitiva una significativa ricrescita di capelli, un aumento della densità globale e, soprattutto, un effetto ben visibile e duraturo nel tempo.
